L’ineluttabilità della lotta
Il Calcio Storico Fiorentino è una manifestazione che al contempo unisce e divide i fiorentini. La città divisa in “colori” (Bianchi di S.Spirito, Rossi di S.Maria Novella, Verdi di S.Giovanni e Azzurri di S.Croce) che ormai non rappresentano più i quartieri originari, i “calcianti” che non sono più solo nativi di Firenze, una partita nella quale il goal (la “caccia”) conta sì ma fino ad un certo punto e che si vince soprattutto sul campo, basando il gioco sul confronto fisico brutale e confronti testa a testa che stupiscono e sconcertano gli spettatori che si avvicinano allo spettacolo per la prima volta.
Ma nonostante queste contraddizioni per i fiorentini è una manifestazione che comunque unisce e affascina. Il contesto assolutamente singolare della piazza di Santa Croce, il corteo storico che si snoda per le vie del centro e precede la partita contribuisce a rendere la sfida tra le due squadre un confronto fuori dal tempo, e il luogo così suggestivo consente quasi di giustificare l’estrema violenza con la quale i calcianti si affrontano.
La fisicità che è alla base della partita è limitata da poche regole, il bloccaggio dell’avversario non solo è consentito ma funzionale al gioco, e può durare per tutta la durata dell’incontro. Non è quindi infrequente che dopo essersi affrontati e quindi bloccati reciprocamente i due oppositori si interrompano per qualche istante per dissetarsi, per poi riprendere, ad libitum.
Un gioco che mette in scena la metafora della guerra, nella quale i calcianti, novelli gladiatori, si affrontano a viso aperto, mettendosi in gioco completamente.